DEPURATORI PORTUALI

di Luigi Antonio Pezone

Questo articolo si inserisce nell’ambito delle proposte di depurazioni   che mancano da sempre all’ambiente ai fini di una maggiore protezione ambientale globale. Viene proposto dopo diverse altre proposte,  non perché il problema trattato fosse meno importante dei precedenti, tutt’altro. Ma la soluzione prospettata   non sarebbe stata possibile senza il concepimento delle soluzioni precedenti. Come più volte scritto, gli impianti di protezione ambientale, oggi si limitano   ai soli depuratori urbani e industriali, quando ci sono.  Questi, se realizzati integralmente,  rappresenterebbero  meno dell’un per cento delle possibili fonti di inquinamento che dovrebbero essere  depurate. Fino a quando restiamo fossilizzati sulle sole soluzioni adottate dai depuratori non potremo mai proteggere il resto del territorio. Questo, richiede caso per caso  trattamenti diversificati, a volte parziali, come nel caso in oggetto,  ma strategici. Solo in questo modo è possibile rispondere a tutte le esigenze di protezione ambientali: domestiche, fognarie, fluviali, lacustri,  portuali, oceaniche. Nell’ambiente più che in altri settori, la prevenzione è migliore della cura perché la natura protegge e degrada con fenomeni che seguono leggi logaritmiche. Nello studio di nuove soluzioni, sono stati proposti anche i depuratori coperti che potrebbero sostituire gli attuali depuratori con ingombri decine di volte inferiori a quelli attuali  e  con il vantaggio di poter produrre energia elettrica solare attraverso le coperture,  trattare anche l’aria inquinata  e di azzerare le emissioni degli stessi depuratori.  Con questi depuratori,  sarebbe possibile, come già pubblicato,  arrivare dove i depuratori non sono mai arrivati, oppure ci sono, ma non sono funzionali  per problemi di gestione, di costi, di ingombri  o di portata etc.  Sarebbe anche possibile produrre in modo molto semplice ed economico fanghi stabilizzati con calce che possono aspettare diversi mesi senza cattivi odori il trattamento di recupero della calce e dei minerali, oggi  possibile.  Per completarne il quadro delle applicazioni  accenniamo anche ai depuratori in oggetto, di cui molti sentono la mancanza e  molto se ne parla, ma non si conoscono soluzioni  nemmeno a livello di prototipo.

Solo in Europa ci sono oltre 1.200 porti commerciali lungo i circa 100.000 km di coste; diverse centinaia di altri porti si trovano lungo i 36.000 km delle vie navigabili dell’UE. Questi porti costituiscono nodi fondamentali del trasporto modale e sono di interesse vitale per il 90% del commercio internazionale dell’Europa. Garantiscono il 40% del commercio intracomunitario, espresso in t/km. Lo sviluppo del settore delle crociere ha trasformato alcuni porti in centri del turismo di città e di intere regioni. Essi sono anche indispensabili per lo sviluppo del trasporto marittimo a corto raggio, e in molti casi, del traffico sulle vie navigabili. I porti rappresentano, direttamente e indirettamente, almeno un  milione di posti di lavoro. In Italia, avendo a disposizione  ben  7456 km di coste, si prevede a breve un esponenziale sviluppo  del trasporto marittimo. Si stanno sviluppando le autostrade e persino le metropolitane del mare.  L’unico problema è l’inquinamento dell’aria e  delle acque  dei porti che deve essere risolto.

L’inquinamento  dell’aria è dovuto :  all’impossibilità delle grandi navi di  spegnere i motori quando entrano nel porto, dovendo assicurare alcuni servizi  anche durante le soste (illuminazione, condizionamento, ecc); alle lunghe file di automezzi che devono caricare e scaricare le merci. L’inquinamento delle acque è dovuto  principalmente agli sversamenti di idrocarburi e sostanze oleose nonché allo scarso ricambio delle acque del bacino.

Mentre il problema delle navi si può risolvere facilmente fornendo delle postazioni con punti di presa di forza motrice per  alimentare i servizi ausiliari delle navi, come già stanno facendo in molti porti, il problema delle emissioni gassose degli autoveicoli in fila e dell’inquinamento delle acque sembra irrisolvibile. Invece, ancora una volta potrebbero venirci incontro i depuratori delle acque  coperti. Vediamo come.

TRATTAMENTO DEPURATIVO PORTUALE

Gli idrocarburi e le sostanze oleose  galleggiano  sull'acqua, formando uno strato che isola l'acqua dall'aria, impedendo gli scambi di gas. L'impoverimento d'ossigeno causato fa morire molti organismi marini. Con il passare dei mesi le sostanze più leggere o evaporano o vengono distrutte lentamente da microrganismi o reazioni chimiche; quelle più pesanti, invece, rimangono sotto forma di grumi e poi lentamente affondano e a poco a poco distruggono anche gli organismi che vivono sui fondali. Questo, sintetizzando al massimo è il problema, aggravato in modo esponenziale dal ristagno delle acque.

Per ridurre la gravità di questi  problemi, non potendo procedere alla totale depurazione dei bacini, per il sottoscritto, bisogna intervenire nel modo seguente:

1)      Creare una piccola ma continua corrente di acqua verso la banchina lato terra mediante la creazione di un canale sottostante alla banchina stessa, nel quale si raccoglierebbero le acque di sfioro superficiali mediante delle soglie di sfioro  regolabili con motorizzazione.

2)      Posizionare nel suddetto canale delle elettropompe idrovore dimensionate per la presunta portata di sfioro e con una prevalenza appena sufficiente ad alimentare per gravità  uno o due canali di alimentazione dei bacini di trattamento delle acque (uno per lato).

3)       Collegare le estremità dei canali a un  depuratore, dell’acqua realizzato secondo la tecnica dei depuratori coperti che consentono minori ingombri e di sviluppare in lunghezza i bacini di ossi-nitrificazione  e fotosintesi direttamente affiancati ai sedimentatori e al trattamento dei fanghi. Essendo posti lateralmente, questi  depuratori potranno svilupparsi sia sulla terra ferma che nel mare fuoriuscendo dall’area portuale e scaricando le acque depurate nel mare.

4)      Realizzare un impianto di ventilazione interrato lungo il percorso degli automezzi in fila, per aspirare le emissioni gassose e convogliarle  verso i bacini coperti, da dove l’aria sarebbe ripresa da elettrosoffianti per essere  utilizzata per il trattamento di ossidazione del bacino, venendo a sua volta depurata nel processo.

Questa soluzione consentirebbe la  prevenzione del degrado delle acque portuali e la riduzione delle emissioni tossiche e cancerogene nei porti grandi e piccoli. E’ inutile in questa fase scendere in ulteriori dettagli  tecnici. Per chi è interessato ad approfondire l’argomento può consultare le seguenti pubblicazioni: “DEPURATORI COPERTI PER ACQUE FLUVIALI E URBANE CON CONSUMO DI CO2 E PRODUZIONE DI ENERGIA ELETTRICA SOLARE NEL CONTESTO DI UNA DEPURAZIONE GLOBALE” e  “COME DEPURARE I FUMI E IL CO2 DELLE CENTRALI TERMICHE FOSSILI E I GAS DI SCARICO DEGLI AUTOVEICOLI NEI DEPURATORI DELLE ACQUE COPERTI”  sul sito www.lexambiente .it,  oppure dai relativi link della pagina di facebook del sottoscritto. La soluzione depurativa potrà essere derivata dalle soluzioni ivi riportate, che sono le più economiche e sostenibili. Ma potranno essere adottate anche altre varianti come in tutti gli altri depuratori. L’unica differenza è costituita dal fatto che si occuperanno meno spazi utilizzando sistemi depurativi statici e sviluppando in altezza alcune sezioni di impianto  utilizzando il sistema compatto di disidratazione e stabilizzazione  dei fanghi, sopra accennato. Cordiali saluti

Luigi Antonio Pezone

Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.