Bruciare Rifiuti diventa reato con  il Decreto “Terra dei Fuochi”

di Giuseppe AIELLO

È stato approvato, nella mattinata del 3 dicembre 2013, in consiglio dei Ministri, il decreto legge “Disposizioni urgenti dirette a fronteggiare emergenze ambientali e industriali” subito ribattezzato “Decreto sulla Terra dei Fuochi”, come si legge dall’ anticipazione che è tempestivamente arrivata dal ministro dell’Ambiente Andrea Orlando con un tweet, alla chiusura del consiglio «Approvato decreto terra dei fuochi, afferma un principio fondamentale: tutela ambiente è tutt’uno con lotta alla criminalità organizzata».

La testimonianza che il provvedimento appena approvato sia strettamente collegato alla tragica realtà della Terra dei fuochi la si rinviene nello stesso comunicato del presidente del Consiglio Enrico Letta che, subito dopo la dichiarazione del ministro dell’Ambiente, ha confermato in conferenza stampa: «Per la prima volta il governo affronta il problema della terra dei fuochi». Il provvedimento «va in Parlamento» ma è «già norma da oggi». Si tratta di «una risposta senza precedenti, forte, netta» per «recuperare tempo perduto».

Peccato che a tanti cittadini di quelle terra dei fuochi, la coraggiosa ammissione di responsabilità, che si legge dalle dichiarazioni dei membri del governo e relativo al complice silenzio ultra decennale delle istituzioni (sulla tragica realtà dei rifiuti tossici interrati dalla criminalità) e di quel tempo perduto, non servirà per riportare in vita i loro cari morti per tumori o costretti a vivere con malformazioni a causa dei rifiuti tossici interrati per anni abusivamente dal Sistema.

Suggestive le ulteriori dichiarazioni che si sono susseguite dagli esponenti del Consiglio dei Ministri, immediatamente dopo l’ approvazione del provvedimento "Questo provvedimento - ha affermato Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici della Camera - permetterà di affrontare meglio l'emergenza bonifiche, di alzare l'asticella della legalità e di rafforzare l'azione di contrasto alle ecomafie e ai clan che si sono arricchiti con lo smaltimento illegale di rifiuti".

Un "grazie" ai cittadini per aver mantenuto "i riflettori accesi"e tenuto alta l'attenzione sulla "grave crisi" della Terra dei fuochi è venuto dal ministro dell'Ambiente Andrea Orlando, il quale, in conferenza a Palazzo Chigi, si è a loro rivolto ringraziandoli anche perché "molte delle cose messe nero su bianco" nel provvedimento, sono "il frutto di un confronto continuo", Orlando ha ringraziato anche i "cronisti locali". In quei luoghi, conclude il ministro, "non solo c'è una grave crisi ambientale ma c'è stata anche un'interruzione del circuito democratico".
Inoltre, fatto da non trascurare, in Consiglio dei Ministri era presente il Governatore della Campania Stefano Caldoro, che ha partecipato ai lavori, proprio perché, così come ribadito dal Premier Letta, “Il piano sarà attuato in stretto raccordo con la Regione Campania”. Il Premier ha precisato, infatti, che trattasi di un vero e proprio “piano d’azione per l’emergenza della cosiddetta “terra dei fuochi” e altre emergenze ambientali e industriali. Il piano interviene a tutela dell’ambiente, della salute e della qualità delle coltivazioni. Si prevedono il monitoraggio e la classificazioni dei suoli, l’accertamento dello stato d’inquinamento dei terreni, la riforma dei reati ambientali, l’accelerazione e la semplificazione degli interventi necessari, oltreché risorse per le bonifiche indispensabili per territori a forte condizionamento criminale quale è quello della “terra dei fuochi”. Il decreto legge, infine, stabilisce che possa essere utilizzato, su richiesta dei prefetti, personale messo a disposizione dalla Difesa”.

La riforma dei Reati Ambientali: Introduzione del reato di combustione illecita di rifiuti



La norma ha l’obiettivo di introdurre sanzioni penali per contrastare chi appicca i roghi tossici prevedendo uno specifico Reato – Delitto - “Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque appicca il fuoco a rifiuti abbandonati ovvero depositati in maniera incontrollata in aree non autorizzate è punito con la reclusione da due a cinque anni”.

La disposizione si affianca alle previsioni sanzionatorie relative alle violazioni del disposto art 192 che riguarda gli abbandoni e il deposito irregolare dei rifiuti disciplinate dagli art.255 e 256 del TUA che prevedono (art 255) sanzioni amministrative per gli abbandoni di rifiuti commessi da privati e (art 256) sanzioni Penali, del tipo contravvenzionali, a carico di Ditte o responsabili di enti o imprese.

La novità riguarda l’introduzione di un nuovo reato che è, appunto, quello commesso da chi appicca il fuoco ai rifiuti ( abbandonati o depositati in modo irregolare) ipotesi sanzionatoria, o per meglio dire, illecito penale del tutto nuovo che, in precedenza, per poter essere perseguito era affidato alla immaginazione e alla tenacia della Polizia giudiziaria e della relativa Autorità mediante il ricorso a “reati satelliti“. Da una lettura veloce del provvedimento appare chiaramente la volontà del Legislatore di ritornare su una strada già percorsa o, se vogliamo, collaudata nel 2008 con il D.L 172/2008 convertito dalla L.210/2008 emanato per fronteggiare, anche all’ora, una criticità tutta Campana, così come fu definito dallo stesso Legislatore “l'emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania”, normativa applicabile ancora oggi in tutti quei territori dello Stato Italiano qualora vi fosse dichiarato, ai sensi della L. 24 febbraio 1992,n, 225, lo stato di emergenza del settore dello smaltimento dei rifiuti.

Il riferimento che si è fatto è all’art 6 del D.L. 210/2008 il quale prevede che “Nei territori in cui vige lo stato di emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti dichiarato ai sensi della legge 24febbraio 1992, n. 225: chiunque in modo incontrollato o presso siti non autorizzati abbandona, scarica, deposita sul suolo o nel sottosuolo o immette nelle acque superficiali o sotterranee (( ovvero incendia )) rifiuti pericolosi, speciali ovvero rifiuti ingombranti domestici e non, di volume pari ad almeno 0.5 metri cubi e con almeno due delle dimensioni di altezza, lunghezza o larghezza superiori a cinquanta centimetri, e' punito con la reclusione fino a tre anni e sei mesi; lo stesso articolo alla lettera b prevede, pene più severe se chi commette l’illecito riveste la qualifica di impresa o responsabile di enti in tal caso è previsto b) i titolari di imprese ed i responsabili di enti che abbandonano, scaricano o depositano sul suolo o nel sottosuolo in modo incontrollato e presso siti non autorizzati (( o incendiano )) i rifiuti, ovvero li immettono nelle acque superficiali o sotterranee,sono puniti con la reclusione da tre mesi a quattro anni se si tratta di rifiuti non pericolosi e con la reclusione da sei mesi a cinque anni se si tratta di rifiuti pericolosi.

Il Consiglio dei ministri, con l’approvazione del nuovo decreto, invece, prevede un’ ipotesi di reato delitto, punito appunto con la reclusione, applicabile su tutto il territorio Nazionale, infatti, la prima differenziazione tra la nuova disposizione e quella di cui si fa confronto, vale a dire la legge 210/2008, consiste nel fatto che quest’ultima, di fatto tutt’ora vigente, è applicabile esclusivamente negli ambiti territoriali sottoposti ad emergenza rifiuti, mentre la nuova disposizione è applicabile ovunque e a carico di chiunque appicca il fuoco a rifiuti abbandonati o depositati in modo irregolare.

Il legislatore, nel decreto approvato, ha infatti previsto:

Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque appicca il fuoco a rifiuti abbandonati ovvero depositati in maniera incontrollata in aree non autorizzate è punito con la reclusione da due a cinque anni. Nel caso in cui  sia appiccato il fuoco a rifiuti pericolosi, si applica la pena della reclusione da tre a sei anni.

Se i delitti sono commessi nell'ambito dell'attività di un'impresa, o comunque di un'attività organizzata, la pena é aumentata di un terzo.

La pena è aumentata se i fatti sono commessi in territori che, al momento della condotta e comunque nei cinque anni precedenti, siano o siano stati interessati da dichiarazioni di stato di emergenza nel settore dei rifiuti (è il caso della Campania).

Se per la commissione dei delitti sono utilizzati mezzi di trasporto, si applica la confisca.

Alla sentenza di condanna consegue la confisca dell'area sulla quale è commesso il reato, se di proprietà dell'autore o del compartecipe al reato, fatti salvi gli obblighi di bonifica e ripristino dello stato dei luoghi.

Così come ha precisato il Presidente del Consiglio Letta “La necessità dell’incriminazione scaturisce dall’inadeguatezza dell’attuale sistema sanzionatorio che inquadra l’illecita combustione dei rifiuti quali violazioni prive - nella sostanza e nella prassi applicativa - di rilevanza penale.” A questo proposito non si può non indignarsi nel guardare verso quelle ridicole ed incongruenti sanzioni contenute nella parte IV del Testo Unico Ambientale sicuramente inadeguate per scoraggiare chi delinque e fa soldi a scapito dell’ambiente e della salute dei cittadini abbandonando incendiando e interrando rifiuti anche tossici. Sanzioni quasi tutte amministrative e quando scivolano nel penale caratterizzate quasi esclusivamente da reati contravvenzionali.

Ricordo a tutti che coloro i quali interrano i rifiuti anche pericolosi, ossia effettuano una gestione illecita di rifiuti mediante discarica, come tecnicamente viene definita, rispondono semplicemente del reato di cui all’art 256 per non aver ottenuto l’autorizzazione e non per aver, come tutti immaginano, causato un danno all’ambiente e al genere umano determinando l’inquinamento e la contaminazione delle diverse matrici. L’art. 256 del T.U.A., infatti, prevede “ Chiunque realizza o gestisce una discarica non autorizzata e'punito con la pena dell'arresto da sei mesi a due anni e con l'ammenda da duemilaseicento euro a ventiseimila euro. Si applica la pena dell'arresto da uno a tre anni e dell'ammenda da euro cinquemiladuecento a euro cinquantaduemila se la discarica e'destinata, anche in parte, allo smaltimento di rifiuti pericolosi”,

Sicuramente un passo in avanti è stato fatto con questa nuova disposizione, anche se molto sarà ancora da definire, di buon occhio vedo la deterrenza attraverso la confisca obbligatoria del mezzo utilizzato per la commissione del reato a carico dell’autore dei roghi di rifiuti.

Auspico in una tutela penale dell’ambientale capace di ridare fiducia tranquillità e soprattutto speranza di tempi migliori a tutti, in particolare a quei cittadini della Terra dei Fuochi.

Nel frattempo Lo Stato recuperi il tempo perso, tolga il silenzio su tutti gli orrori ambientali nascosti nel nostro bel Paese e faccia bene ambiente e della salute di tutti l’obiettivo principale del proprio agire, Speriamo che me la cavi.



3 Dicembre 2013

Giuseppe Aiello