Scarico interno da condensatori

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perchim
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Scarico interno da condensatori

Messaggio da perchim »

Cari colleghi del forum, vi pongo una questione ...
Un'azienda ha dei condensatori ... tratta le acque di condensa eliminando residui di olio e altre impurità...
tali acque, che rispettano la tab. 3 dopo tale trattamento, sono raccolte in vasca a tenuta ...
queste acque possono essere immesse (trasportate) nello scarico principale (nella tubazione di scarico prima del pozzetto d'ispezione finale oppure in testa all'impianto di depurazione aziendale)? ...
la mia risposta in prima battuta è NO ... ma ... c'è un Ma....
mi sorge qualche dubbio su questi presupposti:
1. siamo all'interno dell'azienda e sono acque provenienti dal ciclo produttivo;
2. sono acque, che in presenza di un collettamento stabile, arriverebbero allo scarico senza problemi;
3. la definizione giuridica di scarico "lega" il ciclo produttivo (in toto) al corpo recettore, quindi "qualcosa" che porta "qualcosa" fuori dall'azienda e non (forse) "qualcosa" che porta "qualcosa" all'interno dell'azienda ...
spero di essere stato chiaro ... e di stimolare il vostro spirito critico...
a voi...
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atena60
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Re: Scarico interno da condensatori

Messaggio da atena60 »

Esiste una particolare motivazione tecnica per cui le acque di condensa vengono raccolte in una vasca a tenuta e non sono state invece collettate direttamente alla rete dello scarico aziendale?
Equalizzazione?
Diluizione dello scarico "all'occorrenza"?
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perchim
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Re: Scarico interno da condensatori

Messaggio da perchim »

atena60 ha scritto: 9 gennaio 2019, 13:41 Esiste una particolare motivazione tecnica per cui le acque di condensa vengono raccolte in una vasca a tenuta e non sono state invece collettate direttamente alla rete dello scarico aziendale?
diciamo che prima non c'era ( o forse aveva altra destinazione, ma questo è un altro aspetto da approfondire)...
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Re: Scarico interno da condensatori

Messaggio da mathieu »

perchim ha scritto: 9 gennaio 2019, 11:47 3. la definizione giuridica di scarico "lega" il ciclo produttivo (in toto) al corpo recettore, quindi "qualcosa" che porta "qualcosa" fuori dall'azienda e non (forse) "qualcosa" che porta "qualcosa" all'interno dell'azienda ...
Non ho capito bene questo punto.
In ogni caso, l'azienda come è autorizzata? Molte di queste situazioni di solito si gestiscono e si battezzano (con eventuali rigide prescrizioni) in sede di Autorizzazione.
Mi verrebbe però da dirti che, almeno nel 99% dei casi che ho avuto per le mani, lo stoccaggio del refluo ne determina in automatico la qualifica come rifiuto.

Si potrebbe ovviare, sempre in ambito di autorizzazione, motivando (come dice Atena60) la necessità del transito per la vasca come un ulteriore passaggio del "trattamento" e dotando la stessa di una pompa di rilancio che IN AUTOMATICO si azioni a seguito di un trigger che potrebbe essere, ad esempio, il livello. Sempre che gli Enti autorizzativi concordino con la tesi.
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perchim
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Re: Scarico interno da condensatori

Messaggio da perchim »

grazie dei Vs autorevoli interventi ... tralasciamo un momento la questione nel particolare e concentriamoci sul principio in generale ...
un refluo che può essere "condottato" nello scarico finale di uno stabilimento, se viene "trasportato" o "pompato con un sistema non stabile di collettamento" è un rifiuto o può essere tranquillamente "scaricato" visto che ci troviamo all'interno del ciclo produttivo?
grazie ... a voi ...
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Re: Scarico interno da condensatori

Messaggio da mathieu »

Per quanto possa sembrare assurdo, è un rifiuto.
Mi piacerebbe non fosse così e, anzi, se si trovano in dottrina o giurisprudenza precedenti differenti sarei contento di analizzarli.
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Re: Scarico interno da condensatori

Messaggio da atena60 »

perchim ha scritto: 10 gennaio 2019, 12:30 ...è un rifiuto o può essere tranquillamente "scaricato" visto che ci troviamo all'interno del ciclo produttivo?
Se parliamo delle acque di condensa, direi che nel caso in questione (in assenza di ulteriori elementi) il loro "ciclo produttivo" è bello che terminato una volta che hanno subito il trattamento per l'eliminazione dei residui di olio e altre impurità. Per cui (sempre in assenza di ulteriori elementi) mi sembrerebbe non giustificato un loro stoccaggio in vasca a tenuta che, a mio giudizio, le trasforma in rifiuti liquidi.
Questa ipotesi, su cui occorre lavorare a livello investigativo per capire le ragioni della raccolta di queste acque di condensa, diverrebbe poi definitiva se la loro periodica immissione nella rete dello scarico aziendale fosse anche attuata mediante pompe mobili o altri sistemi "volanti" di collettamento.
Cesare

Re: Scarico interno da condensatori

Messaggio da Cesare »

Ma, e chiedo primo a me stesso:
- E' vero o non é vero che nessuna sostanza, qualunque essa sia, NON DEVE MAI diventare un rifiuto?

Poi chiedo agli intervenuti:
- Quando, in quale momento (ipoteticamente documentabile con un singolo scatto fotografico) quella sostanza é diventata un "rifiuto"?

Davvero non c'arrivo, scusatemi ed abbiate pazienza.

Un saluto agli intervenuti, Cesare.
mathieu
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Re: Scarico interno da condensatori

Messaggio da mathieu »

Cesare ha scritto: 10 gennaio 2019, 13:15 Ma, e chiedo primo a me stesso:
- E' vero o non é vero che nessuna sostanza, qualunque essa sia, NON DEVE MAI diventare un rifiuto?

Poi chiedo agli intervenuti:
- Quando, in quale momento (ipoteticamente documentabile con un singolo scatto fotografico) quella sostanza é diventata un "rifiuto"?

Davvero non c'arrivo, scusatemi ed abbiate pazienza.

Un saluto agli intervenuti, Cesare.
Cesare,
ciò che determina se una sostanza sia o meno un rifiuto è l'intenzione o obbligo del produttore di difarsene (cfr. art.183 TUA). Un mattone, se utilizzato per costruire un muro, è un mattone-prodotto. Lo stesso mattone, se non utilizzato per la costruzione (per i motivi più disparati) e non reimpiegato tal quale, diventa un rifiuto.
Chiaramente, come sai, esistono poi varie deroghe, ma non entriamo nel merito (sottoprodotti, etc. etc.).

Quindi non esiste, nell'ordinario, alcun "dogma" o "principio" che sancisca il fatto che una sostanza NON DEBBA MAI diventare rifiuto. Anzi; purtroppo in Italia siamo bravissimi a far entrare nella disciplina dei rifiuti tantissime cose e a sbarrare le vie per uscirne (vedi questione EoW).

Relativamente allo scarico, quei reflui sono EVIDENTEMENTE sostanze di cui il produttore (l'azienda) vuole/deve disfarsi. Il che, in linea generale, ne fa un rifiuto.
Laddove però venissero collettate senza soluzione di continuità allo scarico finale, rientrerebbero nella Parte III del TUA che conosci meglio di me e, pertanto, non sarebbero qualificabili come rifiuti.

Nello specifico, nel momento in cui i reflui entrano nella vasca a tenuta, quelli diventano rifiuti liquidi (da gestirsi in deposito temporaneo ex art.183 lett. bb) ).
Se viene ARPA e, come dici tu, fa la FOTO alla vasca piena di refluo, con dentro una pompa di rilancio spenta, ti si inchiap***.
Cesare

Re: Scarico interno da condensatori

Messaggio da Cesare »

Scusa @Mathieu,

- e se quall'acqua accumulata in vasca quella Ditta la volesse usare per innaffiare l'orto? Sarebbe comunque un rifiuto?

Ma poi:
- "Un mattone, se utilizzato per costruire un muro, è un mattone-prodotto. Lo stesso mattone, se non utilizzato per la costruzione (per i motivi più disparati) e non reimpiegato tal quale, diventa un rifiuto".
E se lo metto nel bagagliaio della mia automobile per utilizzarlo come fermacarte a casa mia, trasporto un rifiuto?

Questo poi, scusami, é assurdo:
- "Quindi non esiste, nell'ordinario, alcun "dogma" o "principio" che sancisca il fatto che una sostanza NON DEBBA MAI diventare rifiuto. Anzi; ..."

Infine:
- "Relativamente allo scarico, quei reflui sono EVIDENTEMENTE sostanze di cui il produttore (l'azienda) vuole/deve disfarsi".
Guarda che per scarico e/o per refluo, di cui il produttore (l'azienda) vuole/deve disfarsi, si intende qualcosa che esce dall'area aziendale, e quell'acqua non é mai uscita! Come fai a definirla scarico ovvero refluo ovvero, peggio ancora,"Rifiuto"?

Cesare.
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Re: Scarico interno da condensatori

Messaggio da mathieu »

Caro Cesare,
Cesare ha scritto: 10 gennaio 2019, 16:36 Scusa @Mathieu,

- e se quell'acqua accumulata in vasca quella Ditta la volesse usare per innaffiare l'orto? Sarebbe comunque un rifiuto?
Per quello chiedevo lumi sull'autorizzazione. Nulla impedisce di farsi autorizzare il riciclo dell'acqua depurata per utilizzi interni allo stabilimento, anzi, sicuramente sarebbe un comportamento apprezzabile e da incoraggiare. E infatti in questo caso mancherebbe il presupposto per considerarle "rifiuti" visto che il produttore ne ha previsto il riutilizzo e non se ne vuole/deve sbarazzare.
Ma il quesito posto era relativo alla possibilità di STOCCARE i reflui per poi AVVIARLI ALLO SCARICO (quindi sbarazzarsene). In assenza di autorizzazioni esplicite ad utilizzi diversi, il refluo, per quanto "depurato", stoccato all'interno di una vasca a tenuta, viene a configurarsi come rifiuto.
Cesare ha scritto: 10 gennaio 2019, 16:36 Ma poi:
- "Un mattone, se utilizzato per costruire un muro, è un mattone-prodotto. Lo stesso mattone, se non utilizzato per la costruzione (per i motivi più disparati) e non reimpiegato tal quale, diventa un rifiuto".
E se lo metto nel bagagliaio della mia automobile per utilizzarlo come fermacarte a casa mia, trasporto un rifiuto?
E' chiaro che il mio esempio fosse un'iperbole. Il singolo mattone te lo puoi portare nei fatti a casa, come il singolo metro cubo di terra scavata per un pozzetto di fatto lo ristendi a terra senza controllarne lo stato di qualità ambientale (presupposto per il riutilizzo in sito ex art.185) o come il bancale di legno rotto residuale di un trasporto viene portato a casa da un dipendente per farsi un futon.
Ma, ai sensi di legge (discorso sottoprodotti a parte), scarti o residui di processi di produzione vengono purtroppo a configurarsi come rifiuti.
Io conosco chi ha passato i guai per essersi portato a casa delle piastrelle difettose scartate in una fabbrica di ceramica per rifarsi il pavimento di casa e che, altrimenti, sarebbero state avviate a recupero R5 come rifiuti.
Cesare ha scritto: 10 gennaio 2019, 16:36 Questo poi, scusami, é assurdo:
- "Quindi non esiste, nell'ordinario, alcun "dogma" o "principio" che sancisca il fatto che una sostanza NON DEBBA MAI diventare rifiuto. Anzi; ..."
Quello che vorrei farti capire è che non sto rispondendo sul come la penso io o come mi piacerebbe andasse il mondo; siamo su LexAmbiente, in una sezione del Forum che parla di "questioni giuridiche". Pertanto, assurdo o meno che ti sembri, ribadisco che non sta scritto da nessuna parte che una sostanza NON DEBBA MAI diventare rifiuto.
Cesare ha scritto: 10 gennaio 2019, 16:36 Infine:
- "Relativamente allo scarico, quei reflui sono EVIDENTEMENTE sostanze di cui il produttore (l'azienda) vuole/deve disfarsi".
Guarda che per scarico e/o per refluo, di cui il produttore (l'azienda) vuole/deve disfarsi, si intende qualcosa che esce dall'area aziendale, e quell'acqua non é mai uscita! Come fai a definirla scarico ovvero refluo ovvero, peggio ancora,"Rifiuto"?

Cesare.
Penso di averti risposto più su: se, a valle dello stoccaggio in vasca, quel refluo viene avviato periodicamente allo scarico, è evidente che prima o poi "esca" dall'area aziendale. In ogni caso, se non è autorizzato il riciclo dello stesso, l'azienda può anche tenere il refluo nella vasca per mesi sostenendo che non se ne VUOLE disfare, ma il problema è che prima o poi se ne DOVRA' disfare. Altro requisito che ne determina la qualifica di rifiuto.

Saluti.
Cesare

Re: Scarico interno da condensatori

Messaggio da Cesare »

Ultima domanda sul caso specifico:

Scusa @Mathieu,
- e se quell'acqua accumulata in vasca quella Ditta la volesse usare per diluire il suo scarico finale nel pozzetto fiscale? Sarà, per questo motivo: l'uso illecito che ne farà, un rifiuto?

Un saluto, Cesare.
mathieu
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Re: Scarico interno da condensatori

Messaggio da mathieu »

Cesare ha scritto: 10 gennaio 2019, 18:56 Ultima domanda sul caso specifico:

Scusa @Mathieu,
- e se quell'acqua accumulata in vasca quella Ditta la volesse usare per diluire il suo scarico finale nel pozzetto fiscale? Sarà, per questo motivo: l'uso illecito che ne farà, un rifiuto?

Un saluto, Cesare.
No, sarebbe un probabile reato ai sensi del c.5 art.101 del TUA.
Cesare

Re: Scarico interno da condensatori

Messaggio da Cesare »

Perfetto!

Est! Est! Est!

Quell'acqua, accumulata in vasca, fintanto che rimane in vasca, anche dopo cento anni, NON è diventata un "Rifiuto" e l'accumulo non va scritto sul Registro di Carico!

L'uso scorretto di quella sostanza (acqua da condensatori, ma avrebbe potuto estrarla dal pozzo o preleverla dal rubinetto) potrà essere sanzionabile, ma non in quanto "Rifiuto"; e, per il riutilizzo illecito, non va scritta sul registro di Scarico.

Ottimo, Ottimo, Ottimo.

Un saluto, Cesare.
mathieu
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Re: Scarico interno da condensatori

Messaggio da mathieu »

O non mi sono spiegato o non hai capito.
Cesare

Re: Scarico interno da condensatori

Messaggio da Cesare »

Cesare ha fatto due affermazioni:

- Quell'acqua, accumulata in vasca, fintanto che rimane in vasca, anche dopo cento anni, NON è diventata un "Rifiuto" e l'accumulo non va scritto sul Registro di Carico!

- L'uso scorretto di quella sostanza (acqua da condensatori, ma avrebbe potuto estrarla dal pozzo o preleverla dal rubinetto) potrà essere sanzionabile, ma non in quanto "Rifiuto"; e, per il riutilizzo illecito, non va scritta sul registro di Scarico.

Quale delle due non ti convince?

Cesare.
mathieu
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Re: Scarico interno da condensatori

Messaggio da mathieu »

Nessuna delle due.
Ribadisco che, sia l'azienda in AUA o in AIA, ogni operazione relativa alla gestione dei reflui dovrebbe essere contenuta nell'autorizzazione.
Da ciò deriva il fatto che non è possibile decidere di volta in volta il destino del refluo stoccato nella vasca.
Pertanto ci sono due possibilità:
1) Se in autorizzazione è previsto il riutilizzo di quelle acque per processo produttivo, antincendio, innaffiamento o altro, allora quelle acque non sono rifiuto, in ragione di quanto autorizzato;
2) Se in autorizzazione, viceversa, è previsto lo scarico delle acque reflue e tu le stocchi per poi avviarle periodicamente e saltuariamente alla condotta di scarico, stai commettendo un illecito perché, essendoci evidente soluzione di continuità, il refluo stoccato nella vasca è a tutti gli effetti un rifiuto e come tale deve essere gestito.

Aggiungo che, parlando di "gestione rifiuti", è evidente che si debba utilizzare il regime di deposito temporaneo e, pertanto, valgono i criteri quantitativi e temporali sanciti dall'art.183 lett. bb) (non puoi tenerlo stoccato cento anni).
Cesare

Re: Scarico interno da condensatori

Messaggio da Cesare »

E' questo l'errore:

- ogni operazione relativa alla gestione dei reflui"

Per refluo si intende qualcosa che esce (dall'area produttiva) e quell'acqua non é mai uscita (dall'area produttiva); magari é stata utilizzata malamente o inopportunamente, ma non é diventata un "Rifiuto" solo perché accumulata in vasca.

Magari vorrà essere utilizzata per spegnere incendi in prossimità di impianti elettrici (pericolosissimo); provocherà danno a persone, l'uso malaccorto di quella sostanza (acqua) provocherà sicuramente il danno, ma quella sostanza (acqua) non é un rifiuto, l'uso malaccorto di quell'acqua provocherà il "Rifiuto" (danno).

Dimmi da quando, come e perché la consideri "diventata" un rifiuto (ipoteticamente con una fotografia, con data ed orario e luogo in cui é stata scattata). Ti risponderò: "quell'acqua non deve diventare mai un rifiuto"; vedi come devi fare affinché "quell'acqua, uscendo dall'area produttiva, non diventi un rifiuto, ovvero restando all'interno dell'area produttiva non determini il "Rifiuto".

Un saluto, Cesare.
mathieu
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Re: Scarico interno da condensatori

Messaggio da mathieu »

Vabbè, penso di essermi spiegato già abbastanza. Non credo che ulteriori risposte possano aggiungere un granché o essere utili più di tanto agli utenti del forum.
La chiuderei qui.
Buon we.
Cesare

Re: Scarico interno da condensatori

Messaggio da Cesare »

"Vabbè, penso di essermi spiegato già abbastanza".

Vabbè, però manca la ipotetica foto:
perché la consideri "diventata" un rifiuto (ipoteticamente con una fotografia, con data ed orario e luogo in cui é stata scattata)?".

Va be', penso di essermi spiegato già abbastanza: Non é un "Rifiuto" (non ha recato danni all'Ambiente, o per lo meno non resci a documentarli).

Buon week end, Cesare.
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